La Fede alimenta la Speranza

“Ma il Figlio dell’uomo, quan­do ver­rà, tro­verà la fede sul­la ter­ra?”. (Lc 18,8)

Gesù pone ques­ta impeg­na­ti­va doman­da ai suoi dis­ce­poli e anche a noi. Una doman­da pun­tuale e urgente in questo mese di otto­bre, che il 19 otto­bre cel­e­bra la Gior­na­ta Mis­sion­ar­ia Mon­di­ale.

Io, tu, noi, che rispos­ta rius­ci­amo a dare alla doman­da di Gesù?

Se par­liamo di fede in sen­so astrat­to — come fidu­cia nel­la vita, nell’umanità, in un ide­ale, o sper­an­za nel futuro — allo­ra è dif­fi­cile quan­tifi­car­la. È qual­cosa di sogget­ti­vo e per­son­ale.

Tut­ti, in misura diver­sa, vivono di qualche for­ma di fede, anche chi non crede in Dio. La fede è ovunque: nei gesti quo­tid­i­ani, nei sog­ni delle per­sone, nel fat­to stes­so che con­tinuiamo ad alzarci ogni mat­ti­na. È una fede che esprime deside­rio di vita, di salute, che spinge oltre la morte. Una fede che non è scom­parsa: una forza silen­ziosa che muove il mon­do.

Ma la fede che Gesù doman­da è glob­ale, unif­i­cante, ‘nec­es­saria’ all’umanità. Il manda­to di Gesù ai suoi dis­ce­poli è, infat­ti, quel­lo di “Andate in tut­to il mon­do e pred­i­cate il Van­ge­lo a ogni crea­tu­ra” (Mc 16:15). “Ogni crea­tu­ra” sig­nifi­ca a tut­ti gli uomi­ni e le donne, sen­za dis­tinzione di etnia, ceto sociale o orig­ine. Una fede che si con­cretiz­za nel supera­men­to delle rigide bar­riere etniche e cul­tur­ali, accoglien­do per­sone da ogni parte del mon­do.

Noi cris­tiani, seguen­do Gesù e il suo Van­ge­lo, dovrem­mo essere la forza trainante che fa credere in cieli e ter­ra nuovi. Papa Francesco aus­pi­ca­va: «Pos­sa la luce del­la sper­an­za cris­tiana rag­giun­gere ogni per­sona, come mes­sag­gio dell’amore di Dio riv­olto a tut­ti! E pos­sa la Chiesa essere tes­ti­mone fedele di questo annun­cio in ogni parte del mon­do!»

Il 4 e 5 otto­bre scor­si, una marea di migranti giun­ti a Roma da ogni paese del mon­do per il loro Giu­bileo, ha accolto il manda­to di Papa Leone di far­si “Migranti e Mis­sion­ari di sper­an­za tra le gen­ti”.

P. Vale­rio Far­rona­to

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